Ottobre 2020.
Rachele, nata e cresciuta nella frenesia di Roma, da qualche anno vive a Giove, un paesino immerso nella natura in provincia di Terni. Dove insieme all’amore ha trovato anche la serenità e la determinazione per credere profondamente nell’abilità delle sue mani.
Matrioska è una clinica per abiti che rende dolce e colorata qualsiasi riparazione. Che valorizza il vintage e che regala nuovo vigore anche alle cuciture più stanche.

Il prima
Quando Rachele, 31enne romana, deve decidere cosa fare della sua vita dopo il diploma non ha le idee chiarissime.
“L’artigianalità della moda e la psicologia sono sempre stati i miei principali interessi. Così, quando ho finito il liceo, mi sono iscritta al test per entrare nella facoltà di psicologia – test che ho affrontato e superato, rinunciando però subito dopo ad iniziare gli studi – e poi ho frequentato i primi corsi di Scienze della moda e del costume all’Università La Sapienza. Era il 2008. Le materie che stavo affrontando mi piacevano, ma mi mancava la parte pratica. Avevo voglia di lavorare con le mani e quel percorso non era la risposta giusta per me”.
La sua risposta però Rachele la trova poco dopo, all’Accademia Internazionale d’Alta Moda e d’Arte del Costume Koefia, sempre a Roma.
“Un investimento veramente importante per la mia famiglia. Ricordo che quando questa ipotesi ha iniziato a farsi strada in me ne ho parlato con mia mamma (la mia prima alleata, la mia migliore amica), che mi ha molto incoraggiata. Per coprirne i costi abbiamo utilizzato i soldi ricavati dalla vendita della casa dei nonni. Un ringraziamento dolce e un investimento di speranza e progettualità per il mio futuro, di cui provo ancora un’immensa gratitudine”.
Rachele inizia l’esperienza dell’Accademia con mille paure, mille domande e mille timidezze. Ma poi il lavoro delle mani, come sempre, riesce a parlare per lei.
“Mi sono trovata davvero bene e sono felice di essere riuscita a superare le mie insicurezze. Koefia, oltre ad essere la prima scuola di moda in Italia, è anche uno dei pochi percorsi che consente ai propri studenti di imparare davvero ogni passaggio della produzione di capi. Dal disegno al prodotto finito. Un bagaglio di conoscenze davvero preziosissimo”.

Una volta finita l’Accademia, che oggi è ufficialmente assimilabile ad un percorso di laurea, Rachele inizia la sua gavetta.
“Dopo gli studi ho cucito, ho lavorato gratis, ho girato, ho portato cv. Ho cercato di fare più esperienza possibile. Ho anche contribuito alla produzione dei costumi per lo spettacolo del Bagaglino, con Maurizio Tognalini. Ero costantemente in movimento, ma non riuscivo a trovare una stabilità economica né una dimensione che mi soddisfacesse del tutto”.
Dalla città al micro paese per dare forma ad un progetto grande…
“L’idea di aprire un negozietto tutto mio è stata mia mamma a suggerirmela. Era l’inizio del 2019, e io e lei ci eravamo trasferite a Giove – un paesino di circa 2000 abitanti in provincia di Terni, in Umbria – da poco più di 4 anni, sia per fuggire dalla frenesia della città che per ritrovare il contatto con la natura che tanto ci mancava. Giove infatti è sempre stato un luogo del cuore per noi, e tornarci in pianta stabile è stata un’evoluzione quasi naturale della nostra vita (anche se la decisione l’abbiamo presa così, al volo, in un giorno di vacanza come un altro!). Comunque, l’idea di mia mamma di aprire un negozio, in un primo momento, mi è sembrata una follia. Un progetto troppo grande. Un impegno fuori dalla mia portata”.
Rachele però non riesce a non pensare a quella possibilità. E continua a ragionarci e a fantasticare, fino a decidere di crederci proprio con la stessa determinazione della sua mamma.
“L’apertura di Matrioska è stata un’impresa ‘di famiglia’. Mia mamma mi ha aiutato acquistando per me un piccolo locale proprio a Giove, completamente da riorganizzare. Il mio fidanzato – che mi sostiene sempre e ogni giorno mi suggerisce nuove idee – mi ha dato una grossa mano a sistemarlo e io ho dato forma alla sua anima. Un’anima, è proprio il caso di dirlo, ‘cucita su di me’ e coerente con le mie idee. L’anima di una ‘clinica per abiti’ in cui rammendare, aggiustare, salvare e rinnovare vestiti secondhand e vintage per dare loro una seconda opportunità”.

… Che finalmente può vedere la luce
L’avventura di Matrioska comincia ufficialmente il 22 giugno 2019.
“Nel mio negozio ci sono la mia zona laboratorio e uno spazio dedicato all’esposizione dei capi trasformati. Capi che io recupero soprattutto nei mercatini, dove amo cercare, affondare le mani e le braccia nei mucchi di stoffe informi in cui scovare meraviglie, salvare da morte certa abiti vissuti ma con grande potenziale piuttosto che acquistare senza fatica vestiti con zero difetti ma di pessima qualità”.

“Matrioska è un vero gioiello per Giove. Un negozio in cui si respirano raffinatezza e sobrietà, ovunque. Ogni abito ti viene amorevolmente cucito addosso e modellato sapientemente per renderti unica. Merito della grande abilità sartoriale dell’incantevole proprietaria Rachele, alla quale va il mio più sincero applauso” (Fonte: recensione Facebook)
L’universo Matrioska
Rachele su questo non ha dubbi.
“Gli incontri che avvengono in negozio sono la parte magica di questo progetto. Le mie clienti – che sono di Giove ma che vengono anche da Roma, Terni e Viterbo – hanno per lo più tra i 40 e i 50 anni, ma non mancano anche ragazze più giovani.
Le signore si rivolgono a me soprattutto per le riparazioni, che magari non riescono più a fare da sole (per colpa dell’avanzare degli anni) pur avendo sempre cucito.
Le donne più giovani invece amano curiosare tra i miei capi perchè apprezzano l’idea di potersi aggiudicare qualcosa di davvero unico”.
Essere un negozio fisico ai tempi dei social
Matrioska è presente su facebook e instagram, dove Rachele racconta ogni giorno delle sue ricerche, dei suoi sogni e delle sue sperimentazioni.
“I social sono tutto per me. Sono il luogo in cui pubblicizzo i miei capi e attraverso i quali riesco ad ampliare ogni giorno la mia rete di clienti. Il prossimo step sarà sicuramente l’apertura di uno shop online, a cui tengo davvero tantissimo”.

Solo in un negozio fisico può succedere che
A questo punto, quella che ci racconta Rachele è una sensazione, più che un episodio. Ma una sensazione nitida.
“Mi è successo pochissimi giorni fa. Ho chiuso la porta del negozio, l’ho guardato da fuori e mi sono detta: ma questo è davvero mio? Davvero questa cosa bellissima sta succedendo a me? Davvero sto vivendo proprio la storia che fino ad un anno fa o poco più avrei potuto soltanto ammirare sui social, interpretata da qualcun altro?