Ottobre 2020.
Laura ha 28 anni e una storia che di anni ne custodisce molti di più: quelli della sua amata Sicilia, del teatro antico che l’ha appassionata e portata a viaggiare in Italia e non solo, dell’arte orafa, della terra capace di far vivere la memoria.
Un prezioso bagaglio di emozioni che è diventato un progetto e ha trovato casa in una Bottega piena di fiori. Una Bottegaceleste, costellata di monili e profumi familiari.

Il prima
Laura, siciliana di 28 anni, studia all’Accademia d’Arte del dramma antico di Siracusa e poi si trasferisce a Milano per iniziare a lavorare come attrice.
“Milano è tutta una scuola” ci dice subito.
“È una città impregnata di stimoli e manualità. Io ho imparato moltissimo da lei e le sono grata per molte cose. Una cosa su tutte: l’avermi permesso di scoprire il mondo dell’oreficeria”.
Sì perchè questa scoperta avviene quasi per caso: Laura entra nel primo laboratorio per arrotondare e si imbatte in un mondo sorprendente.
“Avevo già assaggiato qualcosa di quest’arte meravigliosa in Accademia, ma negli anni a Milano ci sono entrata proprio dentro. E ho deciso di non lasciarla più. Di farla completamente mia”.
Come? Frequentando l’Accademia Orafa Ambrosiana, dove Laura acquisisce la tecnica, prende dimestichezza con procedimenti e materiali, sperimenta combinazioni nuove ed inizia a modellare il suo nuovo sogno: una bottega orafa da aprire alle pendici dell’Etna. Per tornare alle origini della storia (la sua ma non solo).

Fondamenta che sono radici
“Lo spazio in cui mi trovo ora si trova a Biancavilla, in provincia di Catania, ed è nato dopo 4 anni di riflessioni, di viaggi e di studi approfonditi, a cui si è aggiunto un ritardo di svariati mesi dovuto al lockdown.
Ho inaugurato la mia Bottegaceleste nel mese di maggio 2020 e ho dato al laboratorio il nome del mio brand, che a sua volta è anche il mio secondo nome. Io mi chiamo infatti Laura Celeste, e lo dico con orgoglio perchè Celeste era anche il nome della mia bisnonna e poi di mia nonna.
La storia, in tutte le sue declinazioni, mi attraversa, mi appartiene e mi appassiona”.
Laura progetta e realizza gioielli che si ispirano alle forme dei monili del periodo greco arcaico, di cui il suo territorio è testimonianza pulsante.
“Ho voluto aprire la mia bottega alle pendici dell’Etna anche per questo, e per lo stesso motivo ho coniato una formula che riporto su tutte le mie creazioni: non Made in Italy ma Made in Volcano Etna”.
La meraviglia del ritornare, del crederci e del dare forma
Laura la sua Sicilia l’ha fatta viaggiare, l’ha nutrita di infinite suggestioni, e ora la tiene stretta a sé come il suo gioiello più prezioso.
“Sono tornata qui piena di idee e desiderosa di dare il mio contributo per mostrare al mondo la bellezza di questa terra. Ho riordinato e messo su carta la mia idea progettuale, e poi ho chiesto ed ottenuto un piccolo finanziamento per trasformarla in realtà. Buona parte di questi fondi mi sono serviti per rimettere a nuovo lo spazio di famiglia che ho scelto come sede della mia bottega: un locale in centro città incastonato su un acquedotto del ‘400 a cui si accede solo attraversando un giardino pieno di piante e fiori. Un contesto immerso nella storia e nella natura: potevo forse desiderare di più? Direi proprio di no!”.
La bottega di Laura si divide in due ambienti: uno dedicato all’esposizione e uno dedicato al laboratorio, che rimane comunque a vista.
“Anche perchè i macchinari che utilizzo sono ancora tutti manuali. Li ho acquistati quasi tutti di seconda mano e anche di quelli di cui avrei potuto procurarmi la versione elettrica ho comunque preferito l’originale. Credo che anche loro contribuiscano molto a creare l’atmosfera e il significato che desidero trasmettere”.

Come si indossa una storia?
Ce ne rendiamo conto subito, ma a questo punto della conversazione ce l’abbiamo davvero chiaro: nulla del progetto di Laura è lasciato al caso. Ogni scelta porta con sé riflessioni, visioni e profonde consapevolezze. Compresi i nomi e i contenuti di ogni sua collezione.
“La collezione Dracma per esempio racconta l’antica Grecia, è tutta realizzata in argento 925 e cerca di richiamare un’idea di gioiello quasi allo stato grezzo.
La collezione Olive invece è il mio personale tributo ad una delle materie prime di riferimento della nostra zona, ed è composta da orecchini e anelli che profumano di natura, di sole e di macchia mediterranea.
E poi, in preparazione, c’è la collezione Etna Wine Jewels, che richiama e si ispira invece al tipico vino rosso dell’Etna: una collezione ancora più ambiziosa e impegnativa, che poi realizzeremo solo su ordinazione”.
Realizzeremo?
“Sì, l’idea del progetto è al 100% mia ma ha visto effettivamente la luce anche grazie al supporto dei miei genitori, che sono insegnanti di arte in pensione e che ora sono la mia spalla fondamentale.
Non di rado poi nel mio laboratorio gravitano ragazzi desiderosi di apprendere il mestiere, e io ne sono felice perché è esattamente per questo che ho dato al mio progetto il nome di Bottega. Sogno che un giorno tutto questo diventi un viaggio collettivo, un grande lavoro di squadra”.
L’ambiente dentro e fuori
I monili di Laura sono ecologici, e questo è un tema che le sta particolarmente a cuore.
“Non ho ancora una certificazione che lo attesti ufficialmente, ma posso già dire che i monili che realizzo non prevedono l’uso di alcun prodotto inquinante o nocivo in fase di realizzazione.
Anzi, da sempre un ruolo importante in fase di lavorazione lo gioca la cera d’api, che aggiungo all’argento durante il processo. In questo modo indossare i miei manufatti è come indossare un pezzettino della natura di cui siamo circondati qui”.
Essere un negozio fisico ai tempi dei social
La Bottegaceleste di Laura è nata da pochi mesi ma ha già un buon seguito online.
“Io utilizzo molto i social – soprattutto facebook e instagram – e proprio perché ci terrei a far viaggiare il più possibile il mio marchio mi sono attrezzata da subito anche con uno shop online. E devo dire che i riscontri non hanno tardato ad arrivare: oggi i miei clienti, oltre ai turisti che in alcuni periodi dell’anno raggiungono queste zone, arrivano dal web e vivono sia in Italia che all’estero”.

Solo in un negozio fisico può succedere che
Aprire una bottega è una grande sfida.
Ma aprirla nel 2020, in pieno lockdown, ad alcuni potrebbe suonare come una pazzia.
E forse un po’ lo è. Ma quando le idee sono così chiare, le scelte sono così profondamente ragionate e sentite, le visioni sono così sorridenti, allora ce la si può davvero fare. E i racconti presenti in questo blog ne sono la vivida dimostrazione.
“Quest’estate ho creato dei gioielli in stile greco arcaico per una compagnia che doveva portare in scena Penelope. Quel lavoro ha messo insieme tutto: la mia passione e i miei studi teatrali, il mio amore per l’oreficeria, la storia della mia Sicilia, le parole a cui sono più affezionata. Aver sfiorato quella sintesi perfetta mi ha fatto pensare che il mio senso possa davvero essere questo. E quindi ci voglio credere senza riserve”.

Per approfondire:
www.bottegaceleste.com
Bottegaceleste è anche su facebook e instagram